Premio Lydia all’arte contemporanea 2024promosso da Fondazione Il Lazzarettoa cura di Claudia D’Alonzopartner culturale PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Per restare aggiornati, iscriviti alla newsletter di Fondazione Il Lazzaretto
12 ottobre h 19
In occasione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMAZI Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, il PAC presenta Hold me While I’m Naked, la ricerca dell’artista Beatrice Favaretto vincitrice, del Premio Lydia 2023.
Per ulteriori informazioni vai al sito del PAC
La vincitrice del Premio Lydia 2024 è Giulia Deval
edizione 2024
Fondazione Il Lazzaretto di Milano sostiene la ricerca artistica attraverso il Premio Lydia all’Arte Contemporanea aperto ad artiste under 35, a cura di Claudia D’Alonzo. Giunto alla sua settima edizione, il premio prosegue la partnership culturale con PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, tra le più autorevoli istituzioni pubbliche in Italia dedicate all’arte contemporanea, e con il suo curatore Diego Sileo.
Anche quest’anno l’iniziativa è dedicata alla memoria dell’artista Lydia Silvestri, con il contributo di Fondazione Lydia Silvestri.
Il Premio Lydia 2024 si è aperto con una open call dal 23 aprile al 24 maggio 2024. L’esito è stato definito da una giuria di esperti formata da Silvia Costa, regista e performer, Francesco D’Abbraccio, editore e artista, Claudia D’Alonzo, docente e curatrice, Chiara Nuzzi, curatrice e manager editoriale Fondazione ICA Milano, Diego Sileo, curatore PAC.
L’artista avrà a disposizione un grant complessivo di 5000 euro per sviluppare la sua ricerca che culminerà con una restituzione pubblica realizzata in collaborazione con PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel corso del 2025.
L’introduzione di un tema è la principale novità di questa edizione dal titolo Sensing Beyond Human.
il tema
Sensing Beyond Human
In molte culture i coralli sono stati venerati come simboli del mondo non umano, oggi rappresentano le conseguenze della crisi climatica sulla biosfera. Raramente, tuttavia, si affrontano le questioni ecologiche dalla prospettiva dei coralli, interrogandosi su come i loro corpi percepiscano gli impatti ambientali legati all’innalzamento delle temperature. Gli organismi non umani sono spesso interpretati come indicatori passivi dei cambiamenti ambientali.
Le questioni ambientali sono spesso rappresentate attraverso i parametri quantitativi e indicatori coerenti con i linguaggi della chimica e della statistica. Queste prospettive e misurazioni sono essenziali. Al contempo, il vivente non è formato solo da molecole e specie conteggiabili ma di rapporti interconnessi tra esseri ed entità diverse e questi rapporti sono mediati dai sensi.
Il Premio Lydia 2024 – Sensing Beyond Human è dedicato al ruolo dell’arte nel contesto di una crisi ecologica che, secondo il biologo David George Haskell, è anche una crisi sensoriale. Con il premio si intende dare un piccolo contributo nella direzione di un cambiamento culturale sempre più necessario, verso il superamento delle concezioni dell’ambiente come mera riserva di risorse e le entità non umane come indicatori passivi degli impatti ecologici.
Il bando vuole sostenere una ricerca artistica che faccia emergere l’esistenza di un mondo fatto di intelligenze molteplici, radici comuni tra corpi percepienti, che voglia narrare alleanze sensoriali e destini interconnessi, necessari per la futura sopravvivenza su questo pianeta.
premio alla ricerca
Fin dalla sua prima edizione, il premio ha accompagnato il processo di sviluppo della vincitrice nella sua indagine artistica e adattato il sostegno in funzione del percorso individuale, del processo creativo, dei possibili cambi di rotta rispetto all’idea iniziale.
Dal 2023 il Premio Lydia è diventato un premio alla ricerca. Si premia quindi non più una proposta di opera inedita bensì una ricerca artistica in corso, che possa aver avuto precedenti fasi, eventualmente anche sostenute da altre collaborazioni.
la ricerca vincitrice dell’edizione 2024
Con una ricerca che vuole indagare la relazione tra comunicazione umana e non umana, la cantante e sound artist Giulia Deval vince la settima edizione del Premio Lydia. La sua pratica si concentra sulla voce, esplorando i meccanismi trans-specifici della comunicazione e creando “fabulazioni speculative” attraverso il suono e in diversi formati: conferenze-performance, concerti di personaggi immaginari, installazioni audiovisive, giochi di ruolo, programmi radiofonici e live set.
Il suo lavoro è stato presentato a BOZAR (Bruxelles), Jazzorca (Città del Messico), Hangar (Barcellona), Punctum (Praga), OGR (Torino), NUB Project Space (Pistoia) e Lademoen Kunstnerverksteder (Trondheim) a.o. nell’ambito di residenze artistiche, progetti europei e tournée internazionali.
Per il Premio Lydia 2024 prosegue la ricerca iniziata con PITCH, progetto sviluppato nel corso di una residenza presso NUB Project Space (Pistoia) e presentata nell’ambito del Festival Periferico (Modena) nel 2023. Allo stato attuale PITCH è una lecture-performance incentrata sul ruolo dell’intonazione vocale nella comunicazione umana e non umana che mette in dialogo le teorie sul Codice della Frequenza del fonetista John Ohala e il saggio The gender of Sound di Anne Carson (1995). Tra etologia e mito, PITCH pone interrogativi sul particolare fastidio diffuso nei confronti delle voci acute e sui meccanismi riscontrabili in diverse lingue e specie che riguardano l’utilizzo dei toni gravi e acuti, attraverso fonti di formati e provenienze diverse, dalla voce di Serge Gainsbourg a quelle degli animali dei chiostri catalani studiati dall’etnomusicologo Marius Schneider, autore di Pietre che cantano (1980).
motivazioni della giuria
Dopo aver valutato 110 candidature, la Giuria – composta da Silvia Costa, regista e performer, Francesco D’Abbraccio/Lorem, artista ed editore, Claudia D’Alonzo, storica dell’arte, docente e curatrice, Chiara Nuzzi, curatrice e manager editoriale Fondazione ICA Milano, Diego Sileo, curatore PAC – ha individuato la vincitrice con le seguenti motivazioni: “Giulia Deval riceve il premio Lydia dell’edizione 2024 per l’originalità e la coerenza della ricerca proposta che declina il tema Sensing Beyond Human nella prospettiva della comunicazione umana e non umana, attraverso focus sulla voce. Così facendo, l’artista fa emergere e ribalta codifiche oppressive coinvolte nell’esperienza sonica. La sua pratica approfondisce aspetti poco rappresentati dei rapporti che collegano corporeità viventi e non viventi, dimostrando accuratezza e propensione ad interrogarsi su metodi e strumenti di indagine dei fenomeni legati all’ascolto, alla voce, alla parola e alla fabulazione. Si ritiene che il premio possa accompagnare e valorizzare in modo efficace la fase attuale della sua ricerca, caratterizzata dalla volontà di sperimentare letture inedite di fonti prodotte o raccolte da Deval.”
giuria
Silvia Costa
Silvia Costa 1984. Diplomata in Arti Visive e dello Spettacolo all’Università IUAV di Venezia. Nel 2006 inizia a lavorare come attrice nella produzione Hey Girl! con la Compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio fondata da Romeo Castellucci, di cui diventa collaboratrice artistica per la maggior parte delle creazioni teatrali e operistiche del regista cesenate. Parallelamente porta avanti i suoi progetti artistici, sviluppando dal 2007 un tipo di teatro visivo e poetico, nutrito da una profonda riflessione intorno al ruolo delle immagini, al loro senso e potere sullo spettatore. Di volta in volta autrice, regista, interprete e scenografa, Silvia Costa è un’artista proteiforme che utilizza questi diversi ambiti estetici per approfondire la sua ricerca teatrale. Nel 2013 è finalista del Premio Scenario con Quello che di più grande l’uomo ha realizzato sulla terra, creazione presentata nel 2010 al Théâtre de Gennevilliers, con cui iniziano le sue prime apparizioni come regista nei teatri francesi con cui inizia a instaurare una collaborazione costante. Silvia Costa è stata artista associata al Teatro dell’Arte alla Triennale di Milano dal 2017 al 2019 e al Centre Dramatique National d’Angers nel 2019. Dal 2020, fa parte de l’ensemble pluridisciplinaire de la Comédie de Valence.
Nel 2019 Silvia Costa inizia a creare le sue proprie regie anche per il mondo dell’opera. Nel luglio 2022 è stata insignita del prestigioso titolo di Chevalier des Arts et des Lettres da Ministero della Cultura Francese.
ph. Alain Chies
Francesco D’Abbraccio
Francesco D’Abbraccio è un artista, musicista e ricercatore indipendente. Con il progetto LOREM esplora stati di coscienza e dataset emotivi attraverso esperienze narrative audiovisive viscerali. Tra i precursori nell’ambito del machine learning in ambito estetico, ha iniziato ad ampliare i confini della propria ricerca, sviluppando un linguaggio unico, frutto della convergenza di approcci diversi.
Come LOREM ha collaborato con artisti e ricercatori, tra cui: Danny Elfman, Blixa Bargeld (Einturzende Neubaten), MAEID Bureau, Acre, Senyawa, Mario Klingemann, Silvia Costa.
I lavori di LOREM sono stati esposti in vari contesti istituzionali e festival, come Ars Electronica, Biennale di Venezia, Opéra de Lille, London Design Biennale, Berlin Transmediale, NXT Museum di Amsterdam, Sheffield International Documentary Festival, Festival de la Imagen in Colombia, Elektra BIAN di Montreal e KW Berlin.
Francesco D’Abbraccio è co-direttore e fondatore di Krisis Publishing – una piattaforma editoriale e curatoriale che si concentra sull’impatto della cultura dei media sui contesti contemporanei.
Claudia D’Alonzo
Storica dell’arte, curatrice e PhD, è docente presso la Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Si interessa di pratiche ambientali, immagini in movimento, culture digitali e poetiche della corporeità. Dal 2023 è curatrice del premio d’arte contemporanea Lydia, promosso da Fondazione Il Lazzaretto in collaborazione con PAC di Milano. Ha curato INBTWN – In-Between, rassegna su corpo e tecnologie per Centrale Fies, 2020-2022. Tra i progetti curati di recente: Blue Diamond di Rachele Maistrello, una ricerca sul corpo oltre l’umano, PAC, Milano, 2023; All of Your Base di IOCOSE, sui fallimenti delle narrazioni sul futuro, Aksioma, Ljubljana, 2022; QW. 10 tracks of density di Standards (Attila Faravelli, Enrico Gilardi, Michele Lori, Gaia Martino, Roberta Pagani, Nicola Ratti); When the Towel Drops Vol. 1 di Radha May (Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur, Bathsheba Okwenje), su censura e sessualità femminile e queer, ICA Milano, 2019-2020. Ha scritto per Alfabeta2, digimag, doppiozero, Exibart, Motherboard. Suoi saggi sono presenti in pubblicazioni di Castelvecchi, Amsterdam University Press, Mimesis International e Treccani.
Chiara Nuzzi
Chiara Nuzzi è curatrice e manager editoriale di Fondazione ICA Milano dal 2019, dal 2024 è inoltre curatrice delle mostre di collezione per la Fondazione Bonollo, Thiene. Tra i progetti curati presso Fondazione ICA Milano: Erika Verzutti. Notizia; Camille Henrot & Estelle Hoy. Jus d’Orange; Rebecca Moccia. Ministry of Loneliness; Chemutai Ng’ok. An impression that may possibly last forever; Annette Kelm. DIE BÜCHER; Costanza Candeloro. My skin-care, my strength e la mostra collettiva Small Fixations. Nel 2023 è stata guest curator per la Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano), dove ha curato i progetti espositivi Lito Kattou. Whisperers e Paul Maheke. The Purple Room. Ha curato mostre collettive e personali in Italia e all’estero, collaborando negli anni con diverse istituzioni pubbliche e private tra cui Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano; Istituto Svizzero, Milano; ar/ge kunst, Bolzano; Museo MART di Trento e Rovereto; Biennale Gherdëina; Le Narcissio, Nizza; Independent Art Fair, Bruxelles. Nel 2015 ha co-fondato il festival Sonic Somatic, dedicato al suono e alla performance.
ph. Giorgia Bash
Diego Sileo
(Milano, 1977). Teorico e storico d’arte, dal 2004 collabora come consulente artistico all’attività espositiva del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e dal 2012 ne diventa curatore, concentrando i suoi interessi sulle esperienze e sulle teorie relative alla performance e alle poetiche del corpo e sugli studi di genere, identità e politiche sociali. Per il PAC ha ideato e curato, tra le altre, le mostre personali di Marina Abramović, Regina José Galindo, Santiago Sierra, Teresa Margolles, Anna Maria Maiolino, Eva Marisaldi, Tania Bruguera e Artur Zmijewski. Ha conseguito la specializzazione in arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano e il dottorato in arte contemporanea latinoamericana presso l’Università degli Studi di Udine. Ha partecipato a numerosi convegni italiani e internazionali come relatore su tematiche e problematiche dell’arte contemporanea e ha al suo attivo diversi saggi per riviste di settore e per cataloghi di mostre. Nel 2018 ha curato l’ampia antologica di Frida Kahlo al MUDEC Museo delle Culture di Milano.
ph. Mario Zanaria
Nota: nel sito e nei documenti allegati, l’uso di pronomi maschili e femminili è volutamente alternato al fine di promuovere l’inclusività e per garantire che tutti i generi siano rappresentati senza favorirne uno rispetto all’altro