Premio Lydia all’arte contemporanea 2023promosso da Fondazione Il Lazzarettocon il contributo di Fondazione Lydia Silvestria cura di Claudia D’Alonzo
Beatrice Favaretto vince il premio Lydia 2023
Beatrice Favaretto, Liquid Sound, MISS ITALIA, The Pornographer, still da video, 2020, 2021, 2022, Courtesy l'artista.
annuncio vincitrice
La giuria dell’edizione 2023, formata da Mariateresa Chirico (storica dell’arte, Vice Presidente Fondazione Lydia Silvestri) Anna Daneri (curatrice), Davide Giannella (curatore), Maria Paola Zedda (curatrice) – assieme a Gianni Moretti (artista e docente), Diego Sileo (curatore PAC Milano) e da Claudia D’Alonzo, curatrice del premio, nomina come vincitrice Beatrice Favaretto (classe ’92) con le seguenti motivazioni:
“Beatrice Favaretto riceve il premio Lydia dell’edizione 2023 per la coerenza e la forza della ricerca proposta e per la volontà di sviluppare relazioni con i territori, a partire dal tema della sessualità e delle sue rappresentazioni nel mondo contemporaneo. Rispetto ad argomenti ampi e complessi, l’artista circoscrive i suoi ambiti di lavoro alle questioni sollevate dall’erotismo, dalla pornografia, dalle pratiche politiche e di socializzazione del desiderio transfemministe e queer. In questa prospettiva, la sua pratica intercetta e colloca nel presente alcuni aspetti cruciali rispetto alla sessualità anticipati dal lavoro dell’artista Lydia Silvestri”.
La proposta vincitrice si intitola HDMW – Hold Me While I’m Naked e fa parte di una più ampia indagine sulla rappresentazione della sessualità e della pornografia nel contemporaneo attraverso diverse città. “HDMW sarà, infatti, un libro collettivo sulla rappresentazione sessuale che riunirà il pensiero passato e contemporaneo in una fusione di immagini erotiche, politiche e testimonianze intime” così Beatrice Favaretto racconta la sua ricerca. L’interesse principale per questo tipo di lavoro è la ricerca sul campo e lo studio legato alle immagini d’archivio in dialogo con le nuove generazioni attive nei territori. Iniziato nel febbraio 2023 grazie alla residenza di ricerca Nuovo Forno del Pane del MAMbo di Bologna, il lavoro dell’artista proseguirà nei prossimi mesi sostenuta dal premio, durante i quali Milano diventerà l’area di ricerca privilegiata, in dialogo con comunità, associazioni e archivi locali, per concludersi nel 2024 con la presentazione pubblica degli esiti della ricerca presso Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.
Un ringraziamento per questa edizione va alle autrici e agli autori delle numerose candidature ricevute ed in particolare alle altre quattro proposte finaliste che, insieme a quella di Favaretto, hanno suscitato l’interesse della giuria: Camilla Alberti, Emanuele Dainotti, Silvia Rosi, Annalisa Zegna.
edizione 2023
Fondazione Il Lazzaretto di Milano sostiene la ricerca artistica. A questo scopo promuove per il sesto anno il Premio Lydia all’Arte Contemporanea aperto ad artisti under 35 e dedicato alla memoria dell’artista Lydia Silvestri.
L’edizione 2023 prende via il 20 marzo 2023 con l’open call e alcune novità di rilievo: la curatela di Claudia D’Alonzo, storica dell’arte, docente e curatrice, seguirà da quest’anno il premio in tutte le fasi, dalla open call di marzo 2023 alla restituzione degli esiti finali nel 2024; il passaggio da premio alla produzione a premio alla ricerca artistica e la restituzione della ricerca vincitrice presso il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Si rinnova anche la giuria con il coinvolgimento di Mariateresa Chirico (storica dell’arte, Vicepresidente Fondazione Lydia Silvestri) Anna Daneri (curatrice), Davide Giannella (curatore), Maria Paola Zedda (curatrice) – assieme a Gianni Moretti (artista e docente), Diego Sileo (curatore PAC Milano) e alla curatrice del premio – già presenti lo scorso anno. Restano confermate la modalità di partecipazione tramite open call (20 marzo – 20 aprile 2023) e il premio di 5.000 euro.
premio alla ricerca
Fin dalla sua prima edizione, il premio ha accompagnato il processo di sviluppo della vincitrice nella sua indagine artistica e adattato il sostegno in funzione del percorso individuale, del processo creativo, dei possibili cambi di rotta rispetto all’idea iniziale.
Da quest’anno il Premio Lydia diventa un premio alla ricerca. Si premia quindi non più una proposta di opera inedita bensì una ricerca artistica in corso, che possa aver avuto precedenti fasi, eventualmente anche sostenute da altre collaborazioni, a partire da tematiche e questioni specifiche proposte dall’artista – non suggerite o richieste a priori dal bando.
presentazione esiti
in collaborazione con PAC Milano
La restituzione degli esiti della ricerca avverrà nel corso del 2024 presso il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano che ospiterà nel corso del 2024 un evento pubblico dedicato alla ricerca vincitrice, in modalità e momenti che verranno individuati dall’artista e dalla curatrice nel corso dei mesi in dialogo con il curatore del museo, Diego Sileo.
È confermato il premio in denaro di 5.000 euro e un percorso di accompagnamento al lavoro dell’artista vincitore tramite il dialogo con la curatrice e la Fondazione nel corso di dodici mesi.
Possono partecipare a Lydia 2023 unicamente artisti under 35 residenti in Italia con proposte di idee per una ricerca artistica originale – senza limiti di tematiche, tecniche, formati o linguaggi – da svilupparsi nel corso di dodici mesi con una restituzione degli esiti a fine marzo 2024 e una presentazione pubblica entro la fine del 2024. La call è aperta dalle ore 12.00 di lunedì 20 marzo fino alla scadenza, che coinciderà con le ore 12.00 di giovedì 20 aprile.
Lydia Silvestri
L’attenzione al processo creativo è un tratto identitario del premio fin dalla sua prima edizione ed è legato al rapporto con Lydia Silvestri e alla sua memoria. Allieva di Marino Marini e poi docente all’Accademia di Brera, ha avuto per anni il suo atelier negli spazi dell’attuale Fondazione, animandolo con la sua incessante sperimentazione sulla materia, impiegando la tecnica scultorea per indagare il corpo e le sue forme, oltre le codifiche binarie della rappresentazione del genere e della sessualità.
giuria

Mariateresa Chirico
Svolge lavori di ricerca nel campo della storia dell’arte, specie del XX secolo, con particolare attenzione al movimento del Futurismo, alle vicende delle arti decorative e agli sviluppi del disegno industriale italiano, privilegiando, tra l’altro, il recupero dell’opera di figure femminili. Studiosa della produzione vetraria del ‘900, ha collaborato per oltre vent’anni con il Museo del Vetro di Altare (Savona), per il quale ha curato il catalogo della collezione permanente, in due edizioni successive, e quello della collezione dei vetri da laboratorio e farmacia; ha ideato e curato la manifestazione Altare vetro arte/Altare vetro design e fin dalla sua costituzione nel 2003 è stato membro, e per alcuni anni anche coordinatore, del Comitato Tecnico Scientifico dell’I.S.V.A.V. (Istituto per lo Studio del Vetro e dell’Arte Vetraria). Progetta e cura mostre, collaborando anche alla realizzazione scientifica dei cataloghi; promuove e segue la costituzione e l’organizzazione di archivi: ha collaborato al progetto della Galleria Storica della Triennale di Milano ed è curatrice degli Archivi di Cesare Andreoni, di Aldo Cerchiari e di Gabriella Benedini – della cui opera sta svolgendo i lavori per la pubblicazione del catalogo ragionato –, nonché membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Archivi d’Artista (AitArt). È membro del Comitato di Esperti del progetto “Maestro d’Arte e Mestiere” (MAM), promosso dalla Fondazione Cologni Mestieri d’Arte ed è membro del Direttivo della Fondazione Lydia Silvestri di Colico.

Claudia D’Alonzo
Storica dell’arte, curatrice e PhD in Audiovisual Studies, è docente presso la Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Si interessa di pratiche ambientali e audiovisive, alle culture digitali e alle poetiche della corporeità, riservando particolare attenzione alle ibridazioni tra ambiti e linguaggi espressivi. Ha collaborato con festival, musei e centri culturali indipendenti. Tra le curatele più recenti: al 2020 al 2022 INBTWN – In-between, una rassegna annuale su corpo e tecnologie per Centrale Fies – Art Work Space; tra il 2019-2020 When the Towel Drops Vol. 1 del collettivo artistico Radha May (Elisa Giardina Papa, Nupur Mathur, Bathsheba Okwenje), sul tema della censura e della sessualità femminile nel cinema Italiano, con una performance presso Fondazione Il Lazzaretto e una mostra presso ICA, Milano. Ha scritto per pubblicazioni edite da Castelvecchi, Amsterdam University Press, Mimesis International, MCD – Musiques&Cultures Digitales, Treccani.

Anna Daneri
Curatrice indipendente, ha curato con Lorenzo Giusti il progetto Nulla è perduto. Arte e trasformazione della materia (GAMeC Bergamo, 2021-2022). Co-fondatrice di Peep-Hole, spazio indipendente attivo a Milano dal 2009 al 2016, dal 2013 è responsabile del Meru Art*Science Research Program. Curatrice con Carlo Antonelli del programma vincitore dell’ultimo bando per il Museo di arte contemporanea di Villa Croce di Genova, è stata production manager di They Come to Us without a Word, mostra e performance di Joan Jonas per il Padiglione Stati Uniti della 56. Biennale di Venezia. Ha partecipato a diversi progetti collaborativi transdisciplinari, tra cui Eufemia. I sommersi e i salvati promosso dal Laboratorio di sociologia Visuale dell’Università di Genova e Progetto 20K (Genova, Nizza e Ventimiglia 2019-2021), TEU (Twenty – foot Equivalent Unit) promosso da On Public e DISFOR (Genova, 2017). È parte del collettivo di ricerca artistica Corpi idrici e del Comitato Promotore dell’Archivio Atelier Pharaildis Van Den Broeck. Dal 2021 è co-direttrice artistica di Forevergreen.fm e del festival Electropark.
ph. Gaia Cambiaggi

Davide Giannella
(1980). La sua ricerca è incentrata principalmente sulle possibili relazioni tra il sistema dell’arte e i differenti ambiti dell’orizzonte culturale contemporaneo così come sulla traduzione e declinazione, in contesti e piattaforme differenti, di progetti e contenuti artistici. Ha lavorato parimenti per istituzioni pubbliche come la Triennale di Milano, il Museo Marino Marini, il PAC di Milano o per gallerie private e spazi indipendenti. Per il Milano Film Festival ha ideato e curato dal 2010 al 2014 verniXage, rassegna dedicata al territorio liminale dell’Art Cinema, lavorando con artisti nazionali ed internazionali e organizzando e partecipando a diversi panel nazionali ed internazionali sull’argomento. Nel 2016 è stato Guest Curator del Milano Design Film Festival per il quale ha curato la rassegna Filter, incentrando il programma sull’interpretazione delle varie scale (dal micro al macro) del progetto e dell’architettura attraverso il lavoro filmico di diversi artisti visivi. Attraverso queste esperienze ha elaborato una figura che fonde la pratica curatoriale con quella di produttore esecutivo. È stato editor della casa editrice RAWRAW Edizioni per la collana Paper Space Colletion. Dal 2016 cura la programmazione dello spazio espositivo MEGA di Milano, lavorando tra gli altri con artisti come Diego Perrone, Andrea Sala, Gianni Pettena, Nathalie Du Pasquier, Ramak Fazel, Piero Golia, Patrick Tuttofuoco, Invernomuto, Christodoulous Panayiotou. Nel 2018 ha curato il progetto e la mostra Incompiuto. La Nascita di Uno Stile (Alterazioni Video) in occasione della rassegna internazionale Manifesta 12. Dal 2017 è membro del comitato artistico del Triennale Teatro di Milano. Per Triennale Milano ha ideato e curato il programma di mostre e performance Parla, Ascolta, Guarda, Fai nel 2019 e 2020. E’ stato curatore con delega ai New Media di Triennale Milano per il 2020. Dal 2021, per Triennale Milano, cura la serie di performance multimediali UltraDim. Nel 2022 ha ideato e curato il progetto OutPut, una serie di performance nello spazio pubblico in collaborazione con Miart e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano. È docente a contratto presso la NABA di Roma. Collabora con diverse riviste (cartacee e web) di settore come Flash Art, Mousse, Icon Design, NERO/Not, Alla Carta, Rolling Stone, Cartography.
ph. Mario Zanaria

Gianni Moretti
(Perugia, 1978), vive e lavora a Milano. Le sua ricerca artistica si avvale principalmente di disegno e installazione, così come pratiche artistiche relazionali e interventi di arte pubblica partecipata. Uno dei filoni principali della sua ricerca verte sulla decostruzione e ricontestualizzazione delle forme del monumento pubblico. I suoi lavori sono esposti in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra le quali due Eventi Collaterali della Mostra Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia (2011 e 2017). Ha collaborato con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi (Milano), l’Accademia di Belle Arti P. Vannucci (Perugia), l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano), FAI Fondo Ambiente Italiano (Milano), Fondazione Il Lazzaretto (Milano), LiSTA Libera Scuola di Terapia Analitica (Milano), Dynamo Camp (Pistoia), Hongyu International School di Pechino (Cina). È Accademico di Merito dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, Fellow di Civitella Ranieri Foundation di New York e membro della giuria del Premio Lydia! di Milano. Tra i vari riconoscimenti conseguiti nel 2016 ottiene il PAC, Piano per l’Arte contemporanea del MiC, per Anna – Monumento all’Attenzione, intervento d’arte ambientale partecipata tutt’ora in corso di installazione nel paesaggio di Sant’Anna di Stazzema, Lucca (www.anna-monumentoallattenzione.net). Dal 2015 è docente alla LABA, Libera Accademia di Belle Arti di Brescia. Il suo lavoro è presente in collezioni private e pubbliche tra cui: Museo di Palazzo Poggi, Bologna; Museo d’Arte Contemporanea, Lissone; Museo MAR, Ravenna; Museo storico della Resistenza di S. Anna di Stazzema, Lucca; Collezione Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano; Museo dell’Accademia di Belle Arti, Perugia.
ph. M. Cremonesi

Maria Paola Zedda
È curatrice ed esperta di danza, performance e delle loro intersezioni con le arti visive. Ha lavorato come dramaturg e curatrice nella Compagnia Enzo Cosimi e come performer indipendente ha ottenuto importanti riconoscimenti quali la Menzione Speciale del Premio Equilibrio 2009. Co-direttrice artistica di Cagliari Capitale Italiana della Cultura 2015, dal 2011 dirige festival e manifestazioni legati ai linguaggi del contemporaneo. Ha curato il programma di residenze artistiche V_AIR per il Museo MUST di Vimercate, ed è co-direttrice artistica di Across Asia Film Festival (2013 al 2022) e curatrice di CAMPOSUD – A Visionary Camp, legato all’eredità del pensiero gramsciano nell’arte contemporanea e alla relazione tra arti e attivismo. Dal 2019 cura la direzione artistica di Le Alleanze dei Corpi incentrato sulla relazione tra corpo e spazio pubblico per l’associazione ZEIT. Nel 2019 pubblica per Editoria & Spettacolo la monografia su Enzo Cosimi dal titolo Enzo Cosimi. Una conversazione quasi angelica. Scrive di danza, teatro e arti visive per Artribune, Animot, rivista di filosofia patrocinata dall’Università di Torino, Alfabeta e Antinomie.
ph. Stefano Galanti

Diego Sileo
(Milano, 1977). Teorico e storico d’arte, dal 2004 collabora come consulente artistico all’attività espositiva del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e dal 2012 ne diventa curatore, concentrando i suoi interessi sulle esperienze e sulle teorie relative alla performance e alle poetiche del corpo e sugli studi di genere, identità e politiche sociali. Per il PAC ha ideato e curato, tra le altre, le mostre personali di Marina Abramović, Regina José Galindo, Santiago Sierra, Teresa Margolles, Anna Maria Maiolino, Eva Marisaldi, Tania Bruguera e Artur Zmijewski. Ha conseguito la specializzazione in arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano e il dottorato in arte contemporanea latinoamericana presso l’Università degli Studi di Udine. Ha partecipato a numerosi convegni italiani e internazionali come relatore su tematiche e problematiche dell’arte contemporanea e ha al suo attivo diversi saggi per riviste di settore e per cataloghi di mostre. Nel 2018 ha curato l’ampia antologica di Frida Kahlo al MUDEC Museo delle Culture di Milano.