edizione 2024

giuria | Silvia Costa (regista e performer), Francesco D’Abbraccio/Lorem (artista ed editore), Claudia D’Alonzo (curatrice), Chiara Nuzzi (curatrice e manager editoriale Fondazione ICA Milano), Diego Sileo (curatore PAC).

finalisti | Caterina Gobbi, Agnese Galiotto, Agnes Questionmark, Annalisa Zegna.

vincitrice | La vincitrice Giulia Deval, cantante e sound artist concentra la sua ricerca sulla voce, esplorando i meccanismi trans-specifici della comunicazione umana e non umana e creando “fabulazioni speculative” attraverso il suono e in diversi formati: conferenze-performance, concerti di personaggi immaginari, installazioni audiovisive, giochi di ruolo, programmi radiofonici e live set.
Per il Premio Lydia 2024 prosegue la ricerca iniziata con PITCH, una lecture-performance incentrata sul ruolo dell’intonazione vocale nella comunicazione umana e non umana che mette in dialogo le teorie sul Codice della Frequenza del fonetista John Ohala e il saggio The gender of Sound di Anne Carson (1995).

edizione 2023

giuria | Mariateresa Chirico (storica dell’arte, Vicepresidente Fondazione Lydia Silvestri), Claudia D’Alonzo (docente e curatrice), Anna Daneri (curatrice), Davide Giannella (curatore), Gianni Moretti (artista e docente), Diego Sileo (curatore PAC Milano), Maria Paola Zedda (curatrice).

finalisti | Camilla Alberti, Emanuele Dainotti, Beatrice Favaretto, Silvia Rosi, Annalisa Zegna.

vincitrice | La vincitrice Beatrice Favaretto declina dall’immagine in movimento alla parola la sua indagine Hold Me While I’m Naked iniziata nel 2020 su piacere e e sessualità. La ricerca, al momento in corso, sta costruendo un atlante collettivo e insieme intimo di testimonianze e sogni erotici che vengono condivisi e prendono corpo attraverso la voce di Miele. Gli esiti della ricerca verranno presentati presso PAC nei prossimi mesi.

edizione 2022

giuria | Claudia D’Alonzo (docente e curatrice), Gianni Moretti (artista e docente), Beatrice Oleari (progettista e cofondatrice FARE, AIR – artinresidence e STARE), presenti anche nelle scorse edizioni, insieme alle nuove partecipazioni di Sara Leghissa (artista e performer), Daniela Lepori (Comitato Artistico Fondazione Lydia Silvestri), Diego Sileo (Curatore PAC Milano).

finalisti | Emanuele Dainotti, Orecchie D’Asino, Rachele Maistrello, Rebecca Moccia, Gianmarco Porru.

vincitrice | Rachele Maistrello con The Silent World | Blue Diamond Chapter IV, installazione sonora, realizzata in collaborazione con il compositore Simonluca Laitempergher, che evoca attraverso l’azione diretta del suono sul corpo l’immersività, ispirandosi alla pratica apneistica e alle sue fasi, cadenzate dai suoni. Il lavoro è parte del più ampio ciclo di lavori intitolato Blue Diamond sui confini tra reale e fittizio, tra ricostruzione storica e fantascienza, frutto di una ricerca condotta dall’artista attraverso tappe espositive e collaborazioni con diverse istituzioni. Oltre al premio Lydia, Blue Diamond è infatti realizzato grazie al supporto di Lido Contemporaneo e del Fano Marine Center, prende il via durante una residenza MAMBO di Bologna (Nuovo Forno del Pane, 2020), esposto quest’anno al MAXXI di Roma in occasione del Premio Graziadei.

edizione 2021

mentor | Adrian Paci

giuria | Claudia D’Alonzo (Docente e curatrice indipendente), Alfred Drago (Cofondatore e presidente della Fondazione Il Lazzaretto), Gianni Moretti (Artista), Beatrice Oleari (Head of International Relation e cofondatrice di FARE – Cultura Contemporanea Applicata), Adrian Paci (Artista), Linda Ronzoni (Direttrice Creativa della Fondazione Il Lazzaretto).

finalisti | Almare Project, Daniele Costa, Emanuele Dainotti, Irene Dionisio, Rebeca Pak.

vincitore | Daniele Costa con Trapezia. Ibrido tra video-performance e documentario, il lavoro ruota attorno alla figura di Trapezia Stroppia – La Trape, drag queen del Toilet Club di Milano, performer, artista, “ragazza di Porta Venezia” e manifestazione altra di Aurelio, laureato in comunicazione e didattica dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Brera. Durante la pandemia, a partire dal primo lockdown, la Trape ha dato vita a una serie di video e dirette sul suo profilo Instagram esibendosi all’interno della sua abitazione privata, nella sua stanza, e lavorando al limite tra la performance drag e la parodia dei tutorial. Andando a ridefinire non solo i luoghi di espressione del proprio lavoro (dal club alla sua casa), ma anche i ruoli e i rapporti relazionali in gioco in un’economia postmediale, Trapezia si muove tra tensioni antitetiche, in bilico tra pulsioni espressive e performative che si rivolgono verso l’esterno e la necessità di proteggere – e rivendicare – la propria vulnerabilità.

edizione 2020

mentor | Adrian Paci

giuria | Claudia D’Alonzo (docente, curatrice indipendente), Alfred Drago (Cofondatore e presidente della Fondazione Il Lazzaretto), Gianni Moretti (artista), Beatrice Oleari (Head of International Relation e cofondatrice di FARE – Cultura Contemporanea Applicata), Adrian Paci (artista) e Linda Ronzoni (Direttrice Creativa della Fondazione Il Lazzaretto).

vincitrice | Valentina Furian con Bastardo, opera web based incentrata sul tema della follia rispetto al rapporto umano e animale così presentato dall’artista: “Bastardo è un ibrido tra due individui di due gruppi animali differenti ma della stessa specie, nella specificità canina sono solitamente quegli esemplari che abbandonati dall’uomo diventano animali randagi. Bâtard è anche il cane di Jack London che ha una relazione mossa da un profondo odio nei confronti del padrone. Diciamo che il titolo è dedicato al protagonista di questa storia”.

edizione 2019

mentor | Adrian Paci

giuria | Claudia D’Alonzo (docente, curatrice indipendente e consulente della Fondazione Il Lazzaretto), Alfred Drago (Cofondatore e presidente della Fondazione Il Lazzaretto), Gianni Moretti (artista), Beatrice Oleari (cofondatrice di FARE e AIR – artinresidence.it), Adrian Paci (artista), Linda Ronzoni (Direttrice Creativa della Fondazione Il Lazzaretto).

vincitrice | Gaia De Megni ha presentato un progetto site specific, San Carlo, installazione performativa ambientata all’interno della chiesa di San Carlo al Lazzaretto. “Il progetto è una rielaborazione del film Fellini Satyricon di Federico Fellini del 1969. Il mio intento era quello di scomporre e ricomporre lo script attraverso delle citazioni – racconta l’artista -. Volevo inserire il tutto in un contesto come quello di San Carlo al Lazzaretto, un po’ come se il cinema si impossessasse del luogo e l’ho fatto attraverso delle lastre in granito nero assoluto che ho progettato in modo tale che potessero essere appoggiate e che corrispondessero esattamente al perimetro della parte più alta degli inginocchiatoi, quella dove solitamente si appoggiano le mani per pregare. Il mio intento era quello di riuscire ad avere un’opera d’arte che in qualche modo si posasse sullo spazio, che non pretendesse un’unicità o di essere osservata da sola, come le opere posizionate in un classico white cube. Volevo che il lavoro entrasse all’interno dello spazio proprio in modo geometrico, quindi come se fosse costruito appositamente per quello spazio ed è ciò che poi ho fatto”.

ph. Andrea Balza

edizione 2018

curatrici | Maria Chiara Ciaccheri e Anna Chiara Cimoli

giuria | Adrian Paci (artista), Alessandra Kaufmann (gallerista, Galleria Kaufmann Repetto), Paola Ugolini (critica d’arte e curatrice indipendente), Edoardo Bonaspetti (curatore, co-direttore, direttore artistico Fondazione Henraux e Damiana Leoni), Maria Chiara Ciaccheri e Anna Chiara Cimoli, curatrici del premio.

vincitrice | Chiara Enzo con il lavoro site specific, Claustrale. “Ad essere rappresentato è il corpo vivo nella sua volontà di fare i conti con i propri limiti fisici, e di rifuggire dalle forme imposte dal suo stesso essere individuo caratterizzato, nonché da altre numerose strutture imposte dall’esterno – racconta l’artista -. Per mezzo di un linguaggio che incorpora disegno, pittura ed elementi formali e narrativi peculiari del cinema, seleziono episodi strettamente legati al mio vissuto personale, soffermandomi su accadimenti minimi del quotidiano, spesso banali ed esigui a un punto tale da non essere presi in considerazione”.